domenica 14 dicembre 2014

Sviluppo storico dei materiali dello Spiedo


Dall'Antichità ad Oggi: lo Spiedo
La letteratura romana è ricca di riferimenti allo spiedo, che non era ancora come l’intendiamo oggi, trattandosi allora di lunghi ferri appuntiti, sulle cui punte veniva infilzato un pezzo di carne, posta sopra le braci per una cottura più o meno sommaria.
La grande evoluzione di questo strumento di cottura, che diventa di uso comune, lo si ha tuttavia con le popolazioni che vivevano a nord dei confini dell’impero romano.
Caduta Roma, si scopre che i grandi gruppi di stranieri avevano l’abitudine di cuocere le carni come gli antichi Greci accampati alle porte della città di Troia e che a diffondere l’arte dello spiedo in Italia, privilegiandolo su ogni altra tipologia di cottura, sono stati principalmente i Longobardi. 

L’antico venabulum dei romani, diventa in quegli anni spetus, termine di derivazione longobarda (in tedesco Spiess in longobardo spiede) e tale termine entra nel linguaggio medioevale un po’ in tutta la Penisola, dove comunque s’erano insediati i Longobardi
Ma nella storia moderna, nella quale più che il mezzo, che resta comunque importante, conta il risultato, cioè la perfetta cottura delle carni, sia d’uccellini di passo, di animali da cortile, di selvaggina di piuma e di pelo o ancora di ovini, caprini, suini e bovini, che devono essere sempre carni di prima qualità. 
Pur mancando oggi certe carni – soprattutto gli uccelli – l’arte e la tradizione dello spiedo sono ancora presenti e vivi a sottolineare una civiltà e una identità che affonda le radici nella lontanissima preistoria. 

( http://giampierororato.blogspot.it/2011/10/le-origini-dello-spiedo.html )

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